Le materie prime che occorrono per fare la birra sono quattro:
- il malto d’orzo
- l’acqua
- il luppolo
- il lievito
Il lievito di birra, che è parte importantissima del processo, viene però accuratamente tolto prima del confezionamento del prodotto finito (restano solo i metaboliti del suo ciclo vitale). Ogni singolo elemento deve chiaramente avere delle caratteristiche ben definite e sempre costanti. Ad esempio, l’acqua deve sempre essere potabile, batteriologicamente pura e con una composizione salina specifica per ogni tipo di birra che si vuole produrre. Prima di venire messo in lavorazione, il malto di orzo, viene stivato in grandi silo.
Da questi, il malto di orzo macinato, viene portato in un tino di miscela dove, insieme con l’acqua, viene riscaldato e miscelato lentamente nella sala cottura. E’ in questa fase che si produce, grazie alla saccarificazione (trasformazione delle sostanze amidacee in zuccheri), il cosiddetto mosto di birra che, filtrato e separato dalle bucce del malto, arriva alla caldaia di cottura dove viene fatto bollire per circa due ore con l’aggiunta del luppolo.
Una volta bollito, e quindi sterilizzato, il mosto viene raffreddato ed inviato ai serbatoi di fermentazione aggiungendoci il lievito. La fermentazione del mosto, che di media dura 9-12 giorni, avviene in grandi serbatoi che per le birre a bassa fermentazione variano tra i 5 e i 16 gradi, per le birre ad alta fermentazione, invece, tra i 16 ed i 26 gradi.
Terminata questa fase, il mosto prende il nome di birra e, per maturare il gusto, resta per qualche giorno a riposare in alcuni serbatoi da dove viene poi distribuito alle linee di confezionamento che provvedono ad imbottigliarla, o a metterla in fusti e lattine.
La birra ha anche dei nemici che possono minarne la bontà. Questi sono: l’ossigeno, la luce (per fotosintesi l’iso alfa acido contenuto nel luppolo si aggrega a composti solforati che si formano durante la fermentazione e fa scaturire un gusto sgradevole detto appunto “gusto luce”) e il tempo (la fragranza della birra è conservabile per pochi mesi. Il gusto, infatti, degrada e dopo 20-24 mesi il prodotto diventa torbido causa del coagularsi delle proteine e dei polifenoli in esso contenuti).